Close up e macrofotografia
La fotografia dei fiori rientra più generalmente nel campo della "ripresa a distanza ravvicinata", quella cioè con un rapporto di riproduzione che si avvicina a 1:1 (l'immagine ripresa è uguale nelle dimensioni a quella del soggetto reale) o addirittura superiore (macrofotografia). E` consuetudine comunque considerare macrofotografia ogni tipo di ripresa che richieda l'uso di accessori per l'ingrandimento dell'immagine (lenti addizionali, tubi di prolunga, soffietto).
Per la ripresa delle immagini dei fiori è consigliabile una macchina fotografica tipo reflex a obiettivi intercambiabili, con esposimetro incorporato e formato 24x36. Nella fotografia analogica con la fotocamera tipo reflex è possibile vedere esattamente nel mirino ciò che verrà effettivamente fotografato e impresso sulla pellicola. Inoltre, con macchine non automatiche, è possibile controllare la profondità di campo e scegliere così la coppia tempo/diaframma più consona alla ripresa; operazioni queste difficoltose e a volte impossibili con macchine completamente automatiche.
L'uso plurimo di obiettivi permette poi di adeguare le ottiche della macchina alle diverse situazioni di ripresa e ad aggiungere eventuali accessori per l'ingrandimento. L'esposimetro incorporato nella fotocamera consente di controllare direttamente i tempi di esposizione, in quanto in questo tipo di fotografia occorre spesso usare tempi lunghi. La fotocamera di formato 24x36 (dimensione della pellicola), oltre alla sua versatilità, ha un costo abbastanza accessibile oltre ad un peso e un ingombro accettabili. Una buona regola di lavoro: le immagini dei fiori raggiungono una loro perfezione estetica esclusivamente con la luce naturale e nel loro ambiente.
Le immagini da realizzare possono dividersi in due categorie:
a) quelle che tendono a considerare come soggetto solo il fiore, ottenendo così una riproduzione di dimensioni superiori che consente di osservare il soggetto in tutti i suoi particolari;
b) quelle che inseriscono il fiore nel suo ambiente naturale.
E` comunque buona regola effettuare dello stesso soggetto più di uno scatto, per averne diverse interpretazioni ma anche per ovviare all'eventualità di avere alla fine una sola immagine di cattiva qualità. In tutti i casi, i soggetti hanno bisogno di una illuminazione ottimale e spesso invece si trovano in zone d'ombra, al riparo di sgrottamenti, nel bosco o comunque in situazioni con assenza di sole. In questi casi solo alcuni accorgimenti permettono di raggiungere un buon risultato: una pellicola a media sensibilità (200 ASA), l'uso di tempi lunghi, l'utilizzo del flash.
Nel primo caso si ha una leggera perdita di qualità nella foto, a causa dell'aumento della grana e la diminuzione nella saturazione dei colori. Per l'uso dei tempi lunghi risulta impossibile o snervante effettuare lo scatto nel caso di movimento del fiore, anche in presenza di una minima brezza, cosa non rara in montagna.
L'uso del flash (a meno che non si usi uno specifico flash anulare) è sconsigliato per il pessimo risultato dell'illuminazione, in questo caso difficile da controllare. Per quanto riguarda la pellicola è preferibile usare la 100 ASA, sensibilità media che da' buoni risultati in termini di definizione e permette comunque di fotografare anche in altre situazioni e altri soggetti dove, in presenza di forte luminosità, non sarebbe possibile effettuare tempi lunghi di scatto (foto di acque fluenti, torrenti, cascate ecc.).
E` sempre necessario l'utilizzo di un cavalletto, senza il quale è impossibile adottare dei tempi lunghi, i soli che permettono una buona profondità di campo (indispensabile nelle foto ravvicinate). A volte si può usare un piccolo flash, anche di quelli incorporati nella fotocamera, come semplice luce di schiarita, magari schermato con qualche piccolo accorgimento.
Qualche problema pratico
I fiori sono quasi sempre molto vicini a terra e richiedono in qualche caso una ripresa scomoda. In questo caso i normali cavalletti non sono utilizzabili, ma si può ovviare con un mini cavalletto o con qualche espediente dettato dall'esperienza. La ripresa dei fiori sulle rupi a volte richiede qualche acrobazia, ma in compenso essendo questi dei soggetti ben aderenti al terreno, c'è tutto il tempo di scegliere l'inquadratura e prendere gli accorgimenti del caso.
La profondità di campo è un fattore che può esaltare o rendere pessima una fotografia. E` indispensabile con l'esperienza cercare di valutare cos'è effettivamente a fuoco, anche nei casi in cui la fotocamera non consenta questa verifica (dispositivo stop down). Nelle riprese a distanza ravvicinata il campo di messa a fuoco si restringe a pochi millimetri (in un rapporto di ingrandimento 1=1, con diaframma 5,6, la profondità di campo è di soli 1,1 mm.).
L'uso di obiettivi normali (non macro) consente solo la ripresa di soggetti di grandi dimensioni (Genziana Lutea, Giglio martagone), perché la distanza minima di messa a fuoco delle varie ottiche (50/60 cm) non consente di avvicinarsi abbastanza da riempire tutto il fotogramma con piccoli fiori (Myosotys, Anagallis arvense) e ottenere così un alto fattore di ingrandimento. E` necessario ricorrere quindi agli speciali obiettivi macro, ai tubi di prolunga, ai duplicatori di focale o alle lenti addizionali. In questi casi però si ha un problema non indifferente: la perdita di luminosità (anche due diaframmi) e la qualità complessiva dell'immagine che risulta inferiore.
Qualche accorgimento
E` utile portare con se durante le escursioni un libro sulla flora montana, meglio se riguardante quella autoctona, che può essere materiale di consultazione e punto di riferimento per le ricerche nonché fornirci tutte le informazioni sulle specie più importanti di alberi, arbusti e fiori, sulle loro caratteristiche e sull'ambiente.
Consigliabile anche avere con se un taccuino o comunque il necessario per prendere appunti, sia sui dati tecnici delle fotografie (numero di fotogramma, fattore di esposizione, ottica usata), che quelli riguardanti i soggetti fotografati (luogo, ambiente, quota), specialmente se non si riesce nell'identificazione immediata della specie.
Ove possibile è preferibile fotografare il fiore in maniera tale da lasciare l'ambiente o il paesaggio come sfondo; sono le fotografie più valide esteticamente e maggiormente esplicative a livello didattico, questo almeno con i fiori di dimensioni medio grandi. Una bella fotografia, non implica che tutti i piani siano perfettamente a fuoco, anzi, lo sfondo leggermente sfocato non solo non guasta, ma serve a far emergere ancor più il soggetto in primo piano. I fiori di piccola taglia vanno fotografati con la fotocamera alla stessa altezza del soggetto, in questo modo l'osservatore avrà modo di gustare la fotografia come se fosse coricato a terra tra i fili d'erba.
La fotografia dei fiori, come più in generale tutte quelle a livello naturalistico, è nemica della fretta e della superficialità e in molti casi richiede molta pazienza. Bisogna scegliere l'infiorescenza più bella o il fiore nella posizione ottimale, osservare la luce, il suo angolo di incidenza e scegliere di conseguenza l'angolo di ripresa.
Con il tempo s'imparerà che è meglio rinunciare ad uno scatto, piuttosto che portare a casa un'immagine che non ci soddisfa. Avremo sempre l'opportunità di incontrare lo stesso fiore in un altro luogo o la stagione successiva. Per rendere più pulita e armoniosa una fotografia è utile a volte ricorrere ad una sorta di "toelette" del soggetto prescelto: eliminare steli di erba o foglie secche, mettere in evidenza se possibile le foglie basali della pianta, esaltare le componenti del suolo, terra, sassi, roccia o anche neve se si è in primavera.
Per quanto riguarda l'illuminazione quella incidente lateralmente è la più adatta, specie se si fotografa all'alba o al tramonto, quando la luce acquista una magica tonalità calda. Per particolari soggetti o con particolari fondali si possono ottenere eccellenti fotografie con il controluce, anche se difficoltoso da padroneggiare nell'esposizione. Nelle zone d'ombra, se proprio non si può fare diversamente, si può ricorrere al flash elettronico, usando il lampo solo come luce di schiarita ed esponendo invece il fotogramma alla luce ambiente. In questo caso la distanza ravvicinata dal soggetto impone qualche espediente: un fazzoletto o una garza di tela bianca da mettere sopra la sorgente luminosa, per ammorbidire e rendere un po' diffusa la luce del flash che altrimenti rischierebbe di "bruciare" il soggetto; oppure indirizzare il flash verso un cartoncino bianco che così illuminerebbe il soggetto solo di riflesso.
Può essere interessante sperimentare qualche pellicola ad alta sensibilità (400 ASA) per foto da effettuare al tramonto. Ma occorre fare una considerazione molto importante e spesso trascurata per quanto riguarda la pellicola invertibile (diapositive), che rappresenta sempre la migliore soluzione per la fotografia a colori: l'inquadratura e la composizione della foto, vanno progettate ed eseguite al momento dello scatto; nessuna modifica è possibile in seguito, come per la foto in bianco e nero (a meno che non si ricorra all'elaborazione digitale).
Ogni fotografo avrà comunque tempo per affinare la propria esperienza, in base ai propri gusti e nell'autonomia di uno stile personale. E` chiaro però che l'abitudine diffusa di tenere la macchina fotografica chiusa dentro lo zaino, limita di molto la possibilità di scattare fotografie, impediti dalla pigrizia o dall'impossibilità di toglierla dal sacco o dal tempo necessario all'operazione di toglierla, eseguire la foto e riporla nello zaino.
Eseguire una fotografia in montagna può essere a volte un vero sacrificio, ma riportare a casa un'immagine che qualcun altro non è riuscito a cogliere, è una grande soddisfazione. Il segreto della fotografia naturalistica, come altre discipline documentaristiche, resta sempre quello di essere nel posto giusto al momento giusto.
La fotografia dei fiori rientra più generalmente nel campo della "ripresa a distanza ravvicinata", quella cioè con un rapporto di riproduzione che si avvicina a 1:1 (l'immagine ripresa è uguale nelle dimensioni a quella del soggetto reale) o addirittura superiore (macrofotografia). E` consuetudine comunque considerare macrofotografia ogni tipo di ripresa che richieda l'uso di accessori per l'ingrandimento dell'immagine (lenti addizionali, tubi di prolunga, soffietto).
Per la ripresa delle immagini dei fiori è consigliabile una macchina fotografica tipo reflex a obiettivi intercambiabili, con esposimetro incorporato e formato 24x36. Nella fotografia analogica con la fotocamera tipo reflex è possibile vedere esattamente nel mirino ciò che verrà effettivamente fotografato e impresso sulla pellicola. Inoltre, con macchine non automatiche, è possibile controllare la profondità di campo e scegliere così la coppia tempo/diaframma più consona alla ripresa; operazioni queste difficoltose e a volte impossibili con macchine completamente automatiche.
L'uso plurimo di obiettivi permette poi di adeguare le ottiche della macchina alle diverse situazioni di ripresa e ad aggiungere eventuali accessori per l'ingrandimento. L'esposimetro incorporato nella fotocamera consente di controllare direttamente i tempi di esposizione, in quanto in questo tipo di fotografia occorre spesso usare tempi lunghi. La fotocamera di formato 24x36 (dimensione della pellicola), oltre alla sua versatilità, ha un costo abbastanza accessibile oltre ad un peso e un ingombro accettabili. Una buona regola di lavoro: le immagini dei fiori raggiungono una loro perfezione estetica esclusivamente con la luce naturale e nel loro ambiente.
Le immagini da realizzare possono dividersi in due categorie:
a) quelle che tendono a considerare come soggetto solo il fiore, ottenendo così una riproduzione di dimensioni superiori che consente di osservare il soggetto in tutti i suoi particolari;
b) quelle che inseriscono il fiore nel suo ambiente naturale.
E` comunque buona regola effettuare dello stesso soggetto più di uno scatto, per averne diverse interpretazioni ma anche per ovviare all'eventualità di avere alla fine una sola immagine di cattiva qualità. In tutti i casi, i soggetti hanno bisogno di una illuminazione ottimale e spesso invece si trovano in zone d'ombra, al riparo di sgrottamenti, nel bosco o comunque in situazioni con assenza di sole. In questi casi solo alcuni accorgimenti permettono di raggiungere un buon risultato: una pellicola a media sensibilità (200 ASA), l'uso di tempi lunghi, l'utilizzo del flash.
Nel primo caso si ha una leggera perdita di qualità nella foto, a causa dell'aumento della grana e la diminuzione nella saturazione dei colori. Per l'uso dei tempi lunghi risulta impossibile o snervante effettuare lo scatto nel caso di movimento del fiore, anche in presenza di una minima brezza, cosa non rara in montagna.
L'uso del flash (a meno che non si usi uno specifico flash anulare) è sconsigliato per il pessimo risultato dell'illuminazione, in questo caso difficile da controllare. Per quanto riguarda la pellicola è preferibile usare la 100 ASA, sensibilità media che da' buoni risultati in termini di definizione e permette comunque di fotografare anche in altre situazioni e altri soggetti dove, in presenza di forte luminosità, non sarebbe possibile effettuare tempi lunghi di scatto (foto di acque fluenti, torrenti, cascate ecc.).
E` sempre necessario l'utilizzo di un cavalletto, senza il quale è impossibile adottare dei tempi lunghi, i soli che permettono una buona profondità di campo (indispensabile nelle foto ravvicinate). A volte si può usare un piccolo flash, anche di quelli incorporati nella fotocamera, come semplice luce di schiarita, magari schermato con qualche piccolo accorgimento.
Qualche problema pratico
I fiori sono quasi sempre molto vicini a terra e richiedono in qualche caso una ripresa scomoda. In questo caso i normali cavalletti non sono utilizzabili, ma si può ovviare con un mini cavalletto o con qualche espediente dettato dall'esperienza. La ripresa dei fiori sulle rupi a volte richiede qualche acrobazia, ma in compenso essendo questi dei soggetti ben aderenti al terreno, c'è tutto il tempo di scegliere l'inquadratura e prendere gli accorgimenti del caso.
La profondità di campo è un fattore che può esaltare o rendere pessima una fotografia. E` indispensabile con l'esperienza cercare di valutare cos'è effettivamente a fuoco, anche nei casi in cui la fotocamera non consenta questa verifica (dispositivo stop down). Nelle riprese a distanza ravvicinata il campo di messa a fuoco si restringe a pochi millimetri (in un rapporto di ingrandimento 1=1, con diaframma 5,6, la profondità di campo è di soli 1,1 mm.).
L'uso di obiettivi normali (non macro) consente solo la ripresa di soggetti di grandi dimensioni (Genziana Lutea, Giglio martagone), perché la distanza minima di messa a fuoco delle varie ottiche (50/60 cm) non consente di avvicinarsi abbastanza da riempire tutto il fotogramma con piccoli fiori (Myosotys, Anagallis arvense) e ottenere così un alto fattore di ingrandimento. E` necessario ricorrere quindi agli speciali obiettivi macro, ai tubi di prolunga, ai duplicatori di focale o alle lenti addizionali. In questi casi però si ha un problema non indifferente: la perdita di luminosità (anche due diaframmi) e la qualità complessiva dell'immagine che risulta inferiore.
Qualche accorgimento
E` utile portare con se durante le escursioni un libro sulla flora montana, meglio se riguardante quella autoctona, che può essere materiale di consultazione e punto di riferimento per le ricerche nonché fornirci tutte le informazioni sulle specie più importanti di alberi, arbusti e fiori, sulle loro caratteristiche e sull'ambiente.
Consigliabile anche avere con se un taccuino o comunque il necessario per prendere appunti, sia sui dati tecnici delle fotografie (numero di fotogramma, fattore di esposizione, ottica usata), che quelli riguardanti i soggetti fotografati (luogo, ambiente, quota), specialmente se non si riesce nell'identificazione immediata della specie.
Ove possibile è preferibile fotografare il fiore in maniera tale da lasciare l'ambiente o il paesaggio come sfondo; sono le fotografie più valide esteticamente e maggiormente esplicative a livello didattico, questo almeno con i fiori di dimensioni medio grandi. Una bella fotografia, non implica che tutti i piani siano perfettamente a fuoco, anzi, lo sfondo leggermente sfocato non solo non guasta, ma serve a far emergere ancor più il soggetto in primo piano. I fiori di piccola taglia vanno fotografati con la fotocamera alla stessa altezza del soggetto, in questo modo l'osservatore avrà modo di gustare la fotografia come se fosse coricato a terra tra i fili d'erba.
La fotografia dei fiori, come più in generale tutte quelle a livello naturalistico, è nemica della fretta e della superficialità e in molti casi richiede molta pazienza. Bisogna scegliere l'infiorescenza più bella o il fiore nella posizione ottimale, osservare la luce, il suo angolo di incidenza e scegliere di conseguenza l'angolo di ripresa.
Con il tempo s'imparerà che è meglio rinunciare ad uno scatto, piuttosto che portare a casa un'immagine che non ci soddisfa. Avremo sempre l'opportunità di incontrare lo stesso fiore in un altro luogo o la stagione successiva. Per rendere più pulita e armoniosa una fotografia è utile a volte ricorrere ad una sorta di "toelette" del soggetto prescelto: eliminare steli di erba o foglie secche, mettere in evidenza se possibile le foglie basali della pianta, esaltare le componenti del suolo, terra, sassi, roccia o anche neve se si è in primavera.
Per quanto riguarda l'illuminazione quella incidente lateralmente è la più adatta, specie se si fotografa all'alba o al tramonto, quando la luce acquista una magica tonalità calda. Per particolari soggetti o con particolari fondali si possono ottenere eccellenti fotografie con il controluce, anche se difficoltoso da padroneggiare nell'esposizione. Nelle zone d'ombra, se proprio non si può fare diversamente, si può ricorrere al flash elettronico, usando il lampo solo come luce di schiarita ed esponendo invece il fotogramma alla luce ambiente. In questo caso la distanza ravvicinata dal soggetto impone qualche espediente: un fazzoletto o una garza di tela bianca da mettere sopra la sorgente luminosa, per ammorbidire e rendere un po' diffusa la luce del flash che altrimenti rischierebbe di "bruciare" il soggetto; oppure indirizzare il flash verso un cartoncino bianco che così illuminerebbe il soggetto solo di riflesso.
Può essere interessante sperimentare qualche pellicola ad alta sensibilità (400 ASA) per foto da effettuare al tramonto. Ma occorre fare una considerazione molto importante e spesso trascurata per quanto riguarda la pellicola invertibile (diapositive), che rappresenta sempre la migliore soluzione per la fotografia a colori: l'inquadratura e la composizione della foto, vanno progettate ed eseguite al momento dello scatto; nessuna modifica è possibile in seguito, come per la foto in bianco e nero (a meno che non si ricorra all'elaborazione digitale).
Ogni fotografo avrà comunque tempo per affinare la propria esperienza, in base ai propri gusti e nell'autonomia di uno stile personale. E` chiaro però che l'abitudine diffusa di tenere la macchina fotografica chiusa dentro lo zaino, limita di molto la possibilità di scattare fotografie, impediti dalla pigrizia o dall'impossibilità di toglierla dal sacco o dal tempo necessario all'operazione di toglierla, eseguire la foto e riporla nello zaino.
Eseguire una fotografia in montagna può essere a volte un vero sacrificio, ma riportare a casa un'immagine che qualcun altro non è riuscito a cogliere, è una grande soddisfazione. Il segreto della fotografia naturalistica, come altre discipline documentaristiche, resta sempre quello di essere nel posto giusto al momento giusto.